IL MAESTRO GIANNI RODARI

I registri di classe custoditi nell’archivio, ci svelano che la nostra scuola si chiama “Rodari” dal 1993.  Prima si chiamava “San Vigilio” come la via. Non andava bene? Perché cambiare? Non ci è dato sapere perché la scuola abbia cambiato nome e chi lo abbia deciso, o, piuttosto, perché proprio Gianni Rodari?
Un’indagine mi porta a scoprire che è l’unica scuola della provincia dedicata a lui. Ma lui chi era? Era figlio di un fornaio di Omegna, studia per farsi prete ma capisce che non era la sua via, cambia strada e studia per diventare maestro ma capisce di essere troppo giovane per quel tipo di lavoro. Ma l’ambiente e i ragazzi lo intrigavano.
Nel frattempo frequenta i circoli letterari e le redazioni e si fa un nome come giornalista ed inviato RAI. Capisce che l’esperienza a scuola gli ha insegnato che il suo mondo, il suo interesse sono i bambini, che le sue parole, con le quali è molto bravo, saranno usate soprattutto per loro. E così pubblica racconti, collabora con alcune testate giornalistiche scrivendo rubriche per i più piccoli, compone poesie e filastrocche, inventa storie, sforna un libro dietro l’altro. E viene apprezzato, invitato a congressi e conferenze nelle scuole, vince premi, uno fra tutti l’Andersen il più importante per la letteratura per ragazzi, come avesse vinto il Nobel.

Era bravo, ma non fu capito, non gli fu riconosciuto il giusto merito: un classico. Rodari muore nel 1980 e il suo nome cresce di importanza, in seguito gli verranno anche dedicate strade e scuole.
Le “sue” parole erano semplici, formavano rime ed assonanze, facevano sorridere ma anche riflettere. Le “sue” parole cambiavano di significato, erano creative, nuove e talvolta magiche. Le “sue” parole sono state lo strumento per il suo lavoro di scrittore, di poeta, di giornalista, di relatore e di maestro, forse il più difficile che ha fatto e forse il più divertente che ha fatto.
Frequentiamo una scuola che porta il nome di una persona che ha insegnato (anche) a sognare, che ha giocato con l’italiano, che è rimasto una persona semplice e disponibile soprattutto con i più piccoli.
Mi piace pensare che la nostra scuola sia dedicata al Rodari maestro, al maestro Gianni, perché è dalla scuola che lui ha iniziato a farsi conoscere e dalla scuola prendeva spunto per le sue storie, e noi, suoi “colleghi”, prendiamo spunto da lui.